Cosa c’è di più potente
di un desiderio?

Tutto nasce da una semplice domanda:
cosa desiderano davvero le persone?!

E così, da questa semplice domanda, è nato il mio progetto fotografico. Sono stato per due giorni al centro dei mercatini di Natale in piazza Monte Grappa, a fotografare chiunque volesse mettersi in gioco e rispondere a questa (apparentemente semplice) domanda.

Ecco quindi che alcuni hanno pensato di realizzare qualcosa per un bene superiore come:

“La pace nel mondo"

 “Basta guerre”

“Tranquillità e serenità”

mentre altre si sono invece focalizzati sui loro desideri più intimi come:

"Diventare una scrittrice di successo"

“Diventare una cantante”

“Trovare il mio posto nel mondo”

Altri ancora voluto usare la chiave della leggerezza e dell’ironia scrivendo cose come:

“La borsa di Prada”

“Che la Juve vinca la Champions”

"Un tacchino personale per Natale”

Qualunque sia il desiderio, tra fotografo e soggetto si instaura una relazione,
a volte divertita, altre intensa spesso intima. Uno scambio che rende il progetto
un’indagine sociale interessante e stupefacente.

In due giorni ho fotografato
146 persone

Ognuna con la sua storia e con la voglia di condividerne una parte. È stato un lavoro emozionante e intenso che rivela molto sulla società, sui sogni e su noi stessi in uno spazio, quella della fotografia, che riserva sempre sorprese inattese.

Il pensiero dietro al progetto:

Lo sfondo rosso, oltre al chiaro richiamo con il Natale è anche il colore della passione, della fiamma che accende e alimenta il desiderio.La scelta della lavagna nera e l’inchiostro bianco deriva dalla ricerca dell’etimologia della parola “Desiderio”. “De-sidus” vuol dire letteralmente “senza stelle”. Si dice abbia origine nell’antica Roma quando si guardava alle stelle con meraviglia, credendo che influenzassero il destino umano.

Nelle notti di cielo coperto però, i sacerdoti, non potendo fare le loro previsioni, erano incerti e inquieti. Da qui il termine De-sidus. Con il tempo però il significato di questa parola è cambiato e ha preso una connotazione positiva, a richiamare la speranza certa, quella tensione emotiva che faceva credere che le stelle, prima o poi, sarebbero tornate. Così la scelta della lavagna nera richiama il cielo buio, coperto dalle nuvole, mentre il bianco del gesso liquido, richiama le stelle.
Perché infondo:
Scrivere i propri desideri è un po’ come
far tornare le stelle.

Chi sono

Sono Michael Bertolasi, fotografo ritrattista. Sono da sempre stato un curioso, amo scoprire le cose del mondo, investigarle. Ma mai nulla mi ha affascinato più delle persone. Per questo amo entrare in connessione, ascoltare storie e creare connessioni che, anche quando durano pochi minuti, rimangono significative e potenti. La fotografia è il mezzo più potente per permettermi di farlo.

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